Sabato 4 novembre abbiamo avuto un’ospite d’eccezione in Aula Magna grazie all’organizzazione di Amnesty International: la giornalista Barbara Schiavulli, corrispondente di guerra e scrittrice.
Ha seguito i fronti caldi degli ultimi vent’anni, come Iraq e Afghanistan, Israele, Palestina, Pakistan, Yemen, Sudan. I suoi articoli sono apparsi, tra gli altri, su Fatto Quotidiano, Repubblica, Avvenire ed Espresso.
Agli studenti ha mostrato tante foto e testimonianze raccolte durante gli anni da inviata, soprattutto quelle da Afghanistan e Iran. Ha raccontato che il regime talebano nell’Emirato islamico continua a negare alle donne i diritti fondamentali, compreso quello all’Istruzione, vietando anche la frequenza all’Università.
Ha poi parlato della situazione in Iran, delle proteste seguite alla brutale uccisione di Mahsa Amin (arrestata perchè non indossava bene il velo) per mano della Polizia. Secondo le organizzazioni per i diritti umani finora la repressione ha causato 248 vittime, tra cui 33 minorenni e migliaia di arresti.
“Il paese che mi ha completamente rapita è stato l’Afghanistan – ha raccontato nella sua bio- immergendomi nelle zone calde, ho scoperto che quello che mi interessa raccontare riguarda, soprattutto, le persone che i conflitti li subiscono. La sopravvivenza. Ci sono stata una trentina di volte, e sto sempre per ripartire. Cercando di andare nei posti il più vicino a quello che succede e ai personaggi che lo fanno succedere. Non conosco altro modo di fare questo mestiere”
Schiavulli ha anche pubblicato due libri: Le farfalle non muoiono in cielo. Storia di una Kamikaze che non voleva morire, ed. La Meridiana e Guerra e guerra. Una Testimonianza, edito da Garzanti.
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